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venerdì 27 agosto 2010

D. Morris, La scimmia nuda (1968)



Anche questo era '68.

Copertina del pittore  Eugenio Carmi.

Dalla quarta di copertina:

"Desmond Morris è uno zoologo che ha studiato a lungo le scimmie. In questo libro si è messo a studiare l'uomo. Ma lo ha studiato in quanto scimmia, e cioè come l'unico, tra le centonovantadue specie di scimmie, con coda e senza coda, ad essere sprovvisto di peli.

Se la differenza si fermasse qui, forse il libro non avrebbe avuto ragioni di nascere. E se l'uomo non avesse nulla a che vedere con le scimmie, non c'era motivo che uno zoologo gli dedicasse un libro così divertente, provocatorio, sconvolgente e al tempo stesso così scientificamente attendibile come questo.

Il fatto è che l'uomo è quello che è proprio perché rappresenta una scimmia in crisi. Ha abbandonato le foreste, la vita nomade e la dieta vegetariana per adattarsi alle pianure, alla dieta carnivora e alla scelta di territori stabili. Ma non ha scelto una strada per imboccare l'altra, ha cercato invece di mantenersi in bilico tra esigenze diverse, ha tenuto il piede in due scarpe, dando inizio a una avventura zoologica inverosimile.

Per quanto cerchi di ignorare l'eredità genetica del suo passato evolutivo, l'uomo rimane essenzialmente un primate, nonostante la sua erudizione e le sue aspirazioni. Nella vita sessuale o sociale, nell'aggressività e negli affetti, nelle abitudini alimentari e nelle credenze religiose, egli segue ancora le fondamentali manifestazioni di comportamento fissate dai suoi antenati scimmioni cacciatori. Dopo aver finito il libro dei Dottor Morris, i lettori non proveranno più le stesse sensazioni riguardo a se stessi o a coloro che li circondano. La gamma intera delle attività, dei gesti e delle emozioni umane verrà vista in una luce piuttosto imbarazzante.

Nel compilare questa affascinante opera, Desmond Morris ha consultato le massime autorità in molti campi, e ha attinto dalle proprie ricerche sul comportamento animale. La sua insistenza sul fatto che l'uomo dovrebbe riconoscere e cercare di capire le forze biologiche che modellano la sua vita, forse metterà in agitazione quegli studiosi di sociologia che per tanto tempo si sono concentrati sulla variabilità dei comportamento umano. Un chiaro esame di quest'opera, che solleverà controversie tra antropologi e psicologi, stimolerà e incanterà il lettore comune, offrendogli nuovi spunti di auto-critica e una nuova visione circa le motivazioni di quei primati che sono i suoi simili."

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