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lunedì 12 ottobre 2015

Efremov, La nebulosa di Andromeda (1960)



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Dalla quarta di copertina:

 "Eh si, le grandi conquiste richiedono grandi sacrifici. Ma per me, andare su Vega non sarebbe neanche un sacrifcio. Che vuole? La mia vita sulla Terra non è stata che una serie di brevi pause tra un volo spaziale e l'altro. Del resto, su un'astronave ci sono persino nato. Mia madre era imbarcata su una delle quattro astronavi della 35a spedizione. Io sono nato a metà del viaggio verso la stella doppia MN 19026+7 AL, e la legge l'ho trasgredita due volte. Due volte, perché sono cresciuto e sono stato educato dai miei su un’astronave e non a scuola. Ma che potevo fare! Quando la spedizione tornò sulla Terra, io avevo già diciott'anni... Insomma, i miei mi tenevano in una plancia comando come questa, e io sgranavo i miei occhi ignari di bambino di fronte ai quadranti, ai manometri, ai teleschermi, e seguivo incantato la danza delle stelle. La mia prima impressione cosciente fu il cielo di un pianeta disabitato, che io osservavo dalla cupola di vetro del posto d'osservazione meteorologico. E quel cielo, il mio primo cielo, era nero, con le chiare luci delle stelle immobili e due soli di inimmaginabile bellezza, arancio pallido e azzurro intenso..."

Ivan Antonovid Efremov è nato nel 1907. A tredici anni partecipò alla guerra civile, guidando un camion militare. Poi fece il marinaio. Ma alla fine prevalse in lui la passione per gli studi naturalistici. Geologo e paleontologo di gran vaglia, ha guidato molte spedi- zioni scientifiche e ha inventato un nuovo ramo della paleontologia: la tafonomia*. Ha cominciato a scrivere fantascienza a 35 anni. 

(*) La tafonomia è la scienza che studia le modalità della formazione di un fossile.

Il libro fu edito in Russia nel 1957.

Su Efremov vedi anche QUI e QUI.

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