Vergogna Ipernity / Shame on you, Ipernity

Quando iniziai questo blog decisi di utilizzare Ipernity come servizio di hosting per le immagini: l'interfaccia era gradevole, il servizio gratuito e chiunque poteva scaricare le immagini nel formato che più gli piaceva. Nell'aprile del 2013 le condizioni di servizio sono cambiate all'improvviso e senza preavviso: nessuno può più scaricare immagini gratuitamente, neppure io. Il mio lavoro di anni è rimasto in possesso di Ipernity e le mie immagini sono ostaggio del loro sito: o pago o non posso né riprendermele né consentire ai visitatori di queste pagine di scaricarle. Sto, faticosamente, recuperando i file da fortunosi backup, facendo di nuovo le scansioni mancanti e sostituendo le immagini sui post; piano, piano tutto sarà sul mio Google Drive e di nuovo liberamente scaricabile.
Meditate, gente.



martedì 10 agosto 2010

Marte e Univac (1973)


https://drive.google.com/file/d/0B-I-2gftBN19ZVhTMWY0NEx1TTA/edit?usp=sharing

Chissà cosa ne avrebbero pensato Schiaparelli e Maggini...


Il testo dice:

Were the erosion patterns in the valley walls caused by water run-offs? (Mars isn't supposed to have that much water.) Or were they caused by volcanic action or savage windstorms?
These are questions that will be answered by the scientists at Cal Tech's Jet Propulsion Laboratory. UNIVAC computer 1230 helps by making good photos out of so-so photos.
When a picture of Mars is first received from NASA's Mariner satellite, it's been radioed across 140 million miles of space and it can be dimmed by glare and dust on the planet's surface. Usually it isn't much to look at.
But, after it's been touched up by 1230, there's plenty to look at.
Suddenly canyons yawn, mountains thrust up, craters deepen and all kinds of questions arise about how it all could have happened.
It used to take six months to reconstruct a Mars photo satisfactorily. 1230 does the job in less than six minutes. But speed isn't 1230's only attribute.
The computer was also built for strength because it would have to travel to Florida to help with the Mariner launch. This ruggedness got an unexpected test when part of the lab roof fell in during an earthquake.
After the shower of ceiling tiles and debris was cleared away, however, technicians found that 1230 had never missed a beat.
Not all UNIVAC computer systems live the exciting, far-out life of 1230. But around the world, for a growing variety of customers, they are successfully taking projects that used to be thought impossible and reducing them to mere routine.
Mere routine that calls for excellent equipment, hard work and creative worry.


Cioè:

Gli schemi di erosione sulle pareti della valle furono causati dallo scorrimento delle acque? (Non si ritiene che Marte abbia così tanta acqua.) O furono causati da un’azione vulcanica o da furiose tempeste di vento?
A queste domande risponderanno gli scienziati del Jet Propulsion Laboratory del Cal Tech. Il computer UNIVAC 1230 da loro una mano trasformando delle immagini mediocri in ottime immagini.
Non appena il satellite Mariner della NASA riceve una foto di Marte, la radiotrasmette per 140 milioni di miglia nello spazio e la foto può essere resa confusa dalla luminosità e dalla polvere della superficie del pianeta. Di solito non c’è molto da vedere.
Ma dopo che è stata ritoccata dal 1230 si possono osservare invece molte cose. D’improvviso i canyon si spalancano, le montagne si ergono, i crateri sprofondano e nascono un sacco di domande sul come ciò sia accaduto.
Di solito ci volevano sei mesi per ricostruire una foto di Marte in maniera soddisfacente. Il 1230 fa questo lavoro in meno di sei minuti. Ma la velocità non è l’unica caratteristica del 1230.
Il computer è stato costruito anche per essere resistente, dato che doveva viaggiare sino in Florida per dare una mano al lancio del Mariner. La sua solidità è stata sottoposta ad una prova inaspettata quando parte del tetto del laboratorio crollò a causa di un terremoto.
Dopo che la pioggia di tegole e calcinacci fu tolta i tecnici trovarono che comunque il 1230 non aveva perso un colpo.
Non tutti i sistemi computerizzati della UNIVAC vivono l’eccitante e remota vita del 1230. Ma nel mondo, per un numero crescente e disparato di utenti, i computer stanno affrontando con successo progetti che si pensavano impossibili e li stanno riducendo a mera routine.
Mera routine che richiede una strumentazione eccellente, del duro lavoro e una preoccupazione creativa.

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