Vergogna Ipernity / Shame on you, Ipernity

Quando iniziai questo blog decisi di utilizzare Ipernity come servizio di hosting per le immagini: l'interfaccia era gradevole, il servizio gratuito e chiunque poteva scaricare le immagini nel formato che più gli piaceva. Nell'aprile del 2013 le condizioni di servizio sono cambiate all'improvviso e senza preavviso: nessuno può più scaricare immagini gratuitamente, neppure io. Il mio lavoro di anni è rimasto in possesso di Ipernity e le mie immagini sono ostaggio del loro sito: o pago o non posso né riprendermele né consentire ai visitatori di queste pagine di scaricarle. Sto, faticosamente, recuperando i file da fortunosi backup, facendo di nuovo le scansioni mancanti e sostituendo le immagini sui post; piano, piano tutto sarà sul mio Google Drive e di nuovo liberamente scaricabile.
Meditate, gente.



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mercoledì 17 febbraio 2016

Il Dio del 36° piano



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Una raccolta di racconti di fantascienza a cura di Fruttero e Lucentini. Disegno di copertina di Karel Thole.

Anche questo era '68.

Dalla 4^ di copertina:
Il futuro viene come un ladro nella notte: da un mese all'altro, da un anno all’altro, l’ufficio o la   fabbrica dove lavoriamo si riempiono a poco a poco di sussurranti « colleghi» elettronici, di infallibili dirigenti fatti di microcircuiti, di pulsanti, di spie luminose. Accettiamo senza batter ciglio appartamenti sempre più piccoli, camere d’albergo ridotte a cubicoli, viaggi e divertimenti minuziosamente programmati; ci mettiamo l’auto, come un cappotto, per andare dal tabaccaio, camminiamo tra assordanti rumori che non sentiamo, compiliamo moduli che non comprendiamo, aspettiamo con pazienza il nostro turno davanti a sportelli cifrati, misteriosi, onnipotenti. Sappiamo oscuramente di vivere sull’orlo di qualcosa di grosso, ma la spinta, giorno per giorno, è leggera, insensibile: il mattino di oggi sembra uguale a quello di ieri. I racconti di questa antologia di fantascienza anglo-americana accelerano i tempi, ma di poco: partono da noi, dal nostro mondo, dalle nostre abitudini e complicazioni, dalle nostre paure e schiavitù. Non sono profezie, ma ipotesi, probabilità immediate. In ognuna di queste storie c’è l'ultima piccola spinta oltre I’orlo del futuro prossimo, dove potremo ritrovarci in fondo a un abisso o in vetta a una grande azienda, al 36° piano. 

Il libro contiene:
Auerbach: Rembrandt S.p.A.
Ballard: C'è posto per tutti
Anvil: Tutti contro tutti
Young: L'auto addosso
Banks: Condizionamento
Wilson: L'effetto Carson
Pearce: Autodelatore
Vance: Per chi lavoriamo
Russel: Per che cosa ci pagano
Maddux: Le carte in regola
Kastle: Il Dio del 36° piano
Pohl: Censimento
Bradbury: L’abìsso di Chicago

sabato 22 giugno 2013

Urania Millemondiestate (1985)


Urania Millemondiestate 1985

Dalla quarta di copertina:

Un aereo fantasma, i cui passeggeri sono scomparsi, atterra in un isola del Pacifico
Una vecchia e malandata astronave terrestre arriva su un pianeta sconosciuto...
Una lucente e minacciosa astronave aliena  cala sulla Terra, spuntando gigantesca da dietro la Luna...
Così cominciano, tipicamente, i tre romanzi raccolti in questo volume: perché il grande Leinster nei suoi romanzi non s’ingombra mai di preamboli, ma viene immediatamente al dunque. Il volume d’altra parte comprende anche tre lunghi racconti; che cosa fa il grande Leinster nei suoi racconti, lunghi o brevi che siano? Ma è chiaro: fa esattamente lo stesso.
 

venerdì 17 settembre 2010

Urania Millemondinverno (1975)



Dalla quarta di copertina:

« Di buon mattino, Stuart McConchie stava spazzando il marciapiede davanti al negozio della "Modern TV, Vendita e Riparazioni"... ». Così comincia il primo di questi romanzi. Il secondo si apre così: « La Packard gialla tossiva e ansimava arrampicandosi per le ripide colline della Virginia. Peggy Barton si girò e frugò dietro il sedile per prendere una lattina di birra. Il metallo della lattina scottava ». E il terzo così: « Victor Nielson uscì da una delle celle frigorifere del supermarket spingendo un carrello di patate novelle destinate al reparto frutta e verdura... ». Una caratteristica fondamentale della narrativa fantascientifica di Philip K. Dick è infatti di essere solidamente impiantata nella scena americana attuale, o dell'imminente futuro, a livello della vita più quotidiana e familiare. Ma l'altra e non meno fondamentale caratteristica di Dick è il crudo realismo col quale l'evento fantascientifico si inserisce nella vita di tutti i giorni: alterandola o stravolgendola, o schiacciandola sotto le più spettacolari catastrofi, ma sempre lasciando la netta, precisa, inquietante sensazione che quanto accade ai suoi personaggi potrà accadere - oggi o domani - a noi stessi.

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